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Procrastinazione: Perché Rimandiamo? Paura di Fallire o di Avere Successo?



Parliamo di qualcosa che forse ti suonerà familiare. Quel continuo rimandare a domani ciò che potremmo fare oggi. Si potrebbe definire pigrizia, come spesso facciamo quando ci "auto-accusiamo" di non portare a termine un compito. Ma ti sfido ad andare oltre l'apparenza della procrastinazione e considerare quelle resistenze profonde che davvero ti bloccano di fronte a certi compiti, soprattutto quando implicano qualcosa di nuovo, che non conosci bene.


Per me, è quasi sempre stato così con le questioni burocratiche. Mi raccontavo che erano noiose (e certo, una parte di verità c’è). Però, riflettendoci bene, ho capito che sotto quell'apparente noia c'era molto di più: un senso di incapacità, la sensazione di non capirci nulla, di non essere in grado e, soprattutto, la speranza segreta che qualcuno potesse risolverle per me. Questa richiesta di aiuto, mai espressa, derivava in realtà da una paura nascosta: il timore di sbagliare.


Le resistenze come barriere invisibili

È incredibile quanto la nostra mente riesca a costruire barriere, erigendo davanti a noi ostacoli invisibili. Mi accorgevo che la mia resistenza a fare certe cose era molto più radicata nel cuore di quanto fossi disposta ad ammettere a me stessa, in una difficoltà percepita piuttosto che nella realtà. Ed è proprio questo il tranello della procrastinazione: costruire un’idea che ci immobilizza, una barriera che ci fa sentire bloccati, incapaci, inadeguati. Ma in fondo, questa barriera non esiste se non dentro di noi.

Nel mio caso, la paura di non capire e di non essere competente, il timore di sbagliare e il pensiero di dover fare tutto da sola avevano radici profonde. Nascevano da esperienze passate, da momenti in cui, dopo un errore, mi sono sentita umiliata, sgridata, invece che supportata. Da bambina, la mia cautela nel fare le cose era spesso vista come pigrizia. Venivo definita “pigra”, quando in realtà avevo solo bisogno di tempo, di guida, di qualcuno che mi aiutasse a capire. E invece, quella fretta degli altri a cui non riuscivo a tenere il passo finì per instillarmi un messaggio che mi ha accompagnata a lungo: "Se non riesci a fare tutto subito e da sola, allora non vali abbastanza.”  Questa convinzione si è radicata così profondamente che, negli anni, ha alimentato una dinamica difficile da riconoscere ma ancora più dura da spezzare: la spinta costante a dimostrare a ogni costo di farcela da sola. Sentivo il bisogno di riuscire, di mostrarmi forte e capace, come per riscattare quel senso di inadeguatezza che mi portavo dentro.

Ma questo ha avuto il suo prezzo. Con il tempo, ho finito per caricarmi di pressioni sempre maggiori e ho iniziato a vedere il supporto altrui come una sorta di “ammissione di debolezza.” Non riuscivo a chiedere aiuto, come se il farlo avesse potuto smentire tutto ciò che cercavo di dimostrare. Quella che sembrava una forza – la determinazione di farcela da sola – si è rivelata una trappola: mi portava a rifiutare ogni supporto, aumentando esponenzialmente la fatica e facendomi sentire spesso esausta, frustrata e isolata.

Ti ritrovi mai in questa dinamica? Hai mai sentito il bisogno di dimostrare a tutti i costi di farcela, anche quando un aiuto ti avrebbe alleggerito?

Superare queste resistenze significa anche imparare a riconoscere che il nostro valore non dipende dal fare tutto da soli. Significa accettare che possiamo chiedere e ricevere sostegno senza sentirci “meno.”

La pigrizia non esiste, esistono solo resistenze

La mia scoperta è stata che la pigrizia non esiste, non è un difetto innato: è una maschera che indossa la nostra paura. È una scusa che ci raccontiamo, una giustificazione che protegge un disagio profondo. Nel mio caso, era la paura di fallire e di non capire, e questo senso di inadeguatezza si traduceva nel rimandare, evitando così quel giudizio che temevo di dover affrontare.


Ogni volta che procrastiniamo, in realtà ci troviamo di fronte a una barriera emotiva, che diventa come un muro invisibile ma potente. Ci diciamo che non ci interessa (un po' come la storia della volpe e l'uva...) che possiamo farlo più tardi, ma in fondo sappiamo che il vero motivo è il timore di sbagliare, la paura di non farcela, o anche solo la necessità di sentirci sostenuti in quel primo passo.

Prova a riflettere: cosa ti frena realmente quando rimandi un compito? Qual è l’emozione che stai cercando di evitare?

Affrontare la procrastinazione: un viaggio interiore

Ogni volta che riusciamo a fare quel passo, ogni volta che decidiamo di superare una di queste barriere, scopriamo che la difficoltà che percepivamo non era reale. Agire ci mostra che il limite esisteva solo nella nostra mente (e poi cristallizzato nel nostro cuore) , e con il tempo impariamo che possiamo davvero fidarci di noi stessi. Quando finalmente affronto quei compiti burocratici che mi sembravano montagne invalicabili, capisco che la mia resistenza era solo una storia che mi ero raccontata per troppo tempo.


Questa scoperta non è solo liberatoria; è un messaggio di forza che porta con sé. Superare la procrastinazione diventa allora una crescita personale, un modo per contare su noi stessi e dire: “Posso farcela; valgo anche se sbaglio; posso capire, anche se ho bisogno di tempo; e posso imparare, anche se non so tutto in partenza.”

Quale piccolo passo potresti fare oggi per superare una di quelle barriere invisibili? C’è qualcosa che puoi affrontare, magari chiedendo aiuto o prendendoti il tempo che ti serve?

Trasformare la procrastinazione in uno strumento di consapevolezza

Accogliere la procrastinazione come parte di noi è il primo passo per affrontarla. Invece di giudicarci, possiamo usarla come occasione di scoperta. Ogni volta che rimandiamo qualcosa, fermiamoci un momento e chiediamoci perché. Quali emozioni stiamo cercando di evitare? E cosa possiamo fare per dare a noi stessi quello di cui abbiamo bisogno, senza auto-criticarci?


Questa visione della procrastinazione come risposta a ferite emotive ci permette di capire che non è una nemica, ma un messaggio. Un invito a fermarci, a riflettere, e a prenderci cura delle parti più profonde e vulnerabili di noi stessi. Non si tratta di “guarire” dalla procrastinazione, ma di trasformarla in una fonte di consapevolezza, di crescita.

La prossima volta che senti quella resistenza, chiediti: cosa sto cercando di proteggere? E in che modo posso invece prendermi cura di questa parte di me, senza più bisogno di rimandare?

Forse non hai mai considerato… la paura del successo

Il più delle volte quando pensiamo alla procrastinazione la associamo alla paura del fallimento, come barriera che ci protegge da possibili giudizi o da una sensazione di inadeguatezza. Ma c’è un altro aspetto, più nascosto e meno intuitivo, che spesso si cela dietro il nostro rimandare: la paura di farcela davvero.


Sì, può sembrare strano, ma a volte procrastiniamo non solo per evitare il fallimento, ma per sfuggire a quello che il successo potrebbe comportare. Portare a termine qualcosa con successo può significare maggiori responsabilità, nuove aspettative e, soprattutto, la consapevolezza che siamo in grado di fare grandi cose. Questo, però, può essere spaventoso per chi è abituato a vedersi come una persona insicura o incapace, o per chi ha imparato a minimizzare i propri risultati per evitare di attirare l’attenzione.


Immagina di raggiungere quel traguardo che desideri: cosa cambierebbe nella tua vita? Potrebbe significare uscire dalla tua zona di comfort, esporre una parte di te che hai sempre tenuto nascosta, affrontare il giudizio degli altri… oppure accettare una nuova immagine di te stesso, più sicura e capace. Per qualcuno che ha sempre creduto di non essere “abbastanza,” il successo può sembrare quasi destabilizzante, perché sfida tutte le convinzioni limitanti che ci siamo costruiti negli anni.

Riflessione per te: Quali paure emergono quando ti immagini davvero al massimo del tuo potenziale? Che cosa cambierebbe nella tua vita se ti dessi il permesso di farcela?

Un invito a esplorare e accogliere il tuo potenziale

Considerare la procrastinazione come una possibile paura del successo cambia il modo in cui la percepiamo. Non è più una semplice “resistenza” o un ostacolo, ma diventa un’opportunità per esplorare i nostri timori più profondi: cosa accadrebbe se scoprissi di essere in grado?  Abbracciare questa possibilità ci dà l’occasione di crescere e di accogliere il nostro potenziale, liberandoci dalle catene di una vecchia immagine di noi stessi.


La prossima volta che ti trovi a procrastinare, fermati un attimo e chiediti: “Sto davvero temendo il fallimento… o forse c’è una parte di me che ha paura di farcela davvero?”






Ti sei riconosciuto/a in queste riflessioni?  Se hai trovato utile questo articolo, forse è il momento di fare un passo in più! Ti invito al mio evento gratuito “Dalla mente al cuore: sciogliere le Barriere Emotive e ritrovare Armonia”. Sarà un’occasione per esplorare le resistenze che ci bloccano e imparare a scioglierle, per vivere con più leggerezza e serenità.


🗓️ Ci vediamo il 14 novembre! Iscriviti subito qui e inizia il tuo percorso verso una vita più armoniosa. Non vedo l’ora di fare questo viaggio insieme a te! Ti in-cor-aggio 🫀 Viola

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